A causa della pandemia di Covid il mondo intero sta affrontando una crisi globale senza precedenti, sia a livello sanitario che socioeconomico. Oltre a ciò, non poche sono le ripercussioni a livello psicologico che chiunque, per diversi motivi, si è ritrovato a subire.
Anche i bambini, pur sembrando meno vulnerabili all’infezione rispetto agli adulti, stanno pagando in maniera consistente a livello psicologico l’esperienza del lockdown e del distanziamento fisico, mostrando spesso una particolare sintomatologia ansioso-depressiva, spesso sottovalutata perché si pensa che i bambini siano felici in quanto, per l’appunto, bambini. Detto questo sono comunque molte sono le preoccupazioni dei genitori nei confronti dei propri figli e tanti gli interrogativi su come aiutarli a rispettare le regole e gestire al meglio le loro emozioni negative.
Per affrontare l’argomento nel modo più professionale possibile noi di Kids Animazione ci siamo avvalsi della preziosa collaborazione del dottor Leandro Mallamaci, pediatra della piattaforma idoctors.it, la quale ci ha messo gentilmente in contatto con lo stesso e che ci ha fornito le risposte alle seguenti domande.
Che impatto ha il distanziamento fisico sulla psiche dei più piccoli?
Il cosiddetto distanziamento sociale, ma sarebbe meglio fisico, e le misure preventive sinora adottate si sono dimostrate efficaci nel contenere la minaccia di un numero crescente di casi Covid. Il protratto isolamento dei bambini ha però prodotto delle criticità sia dal punto di vista fisico (obesità), ma soprattutto psicologico (ansia, depressione, aggressività, insicurezza, perdita di autostima).
Si stima siano oltre il 90% i bambini e gli adolescenti che a causa della chiusura delle scuole e del distanziamento imposto hanno subito questo tipo di conseguenze. La maggior parte delle attività sociali, sportive e ricreative sono state annullate, i ragazzi non hanno più goduto di interazioni positive con i loro allenatori, i loro insegnanti, i loro amici abituali. Tanti hanno dovuto condividere a casa spazi ristretti, cambiare le abitudini quotidiane per far fronte a numerose e nuove sfide. In molti casi i genitori hanno dovuto rinunciare al sostegno e all’aiuto dei nonni per evitare eventuali contagi. Per molte famiglie, la pressione economica ha aumentato ulteriormente lo stress diffuso. I dati riportano infatti un preoccupante aumento dei casi di violenza domestica e degli abusi sui minori durante la prima fase della pandemia. In breve, i bambini e gli adolescenti sono stati troppo a lungo chiusi in casa con le loro famiglie, hanno sperimentano un aumento dello stress e una riduzione delle risorse di supporto e di coping (strategie di adattamento), sentendosi soli e bisognosi di una maggiore attenzione e sostegno da parte dei genitori e degli educatori.
Di conseguenza, negli ambulatori pediatrici occorre ora occuparsi di un numero maggiore di bambini che soffrono di ansia e depressione ed è necessario mantenere un’attenzione particolare nei confronti di coloro che erano già in difficoltà o malati prima della quarantena domestica. Aneddoticamente, nella pratica clinica, si riscontrano tre modelli emergenti:
- Un primo gruppo di bambini, sembra aver vissuto in modo molto positivo il lockdown: avverte la casa come un ambiente più tranquillo rispetto alla scuola, usufruisce di strutture e del sostegno dei genitori, ama l’apprendimento online non è esposto al bullismo né si sente socialmente escluso;
- Un secondo gruppo ha vissuto la stessa esperienza meno positivamente a causa delle insufficienti risorse disponibili per l’istruzione online o perché non in grado di interagire con gli altri per praticare abilità sociali/emotivo;
- Il terzo gruppo comprende bambini e giovani che si trovano in famiglie con crescenti interazioni negative e che sono privati del rifugio sicuro offerto dalle loro scuole.
A peggiorare le cose, i servizi e l’assistenza sono, si spera solo temporaneamente, meno disponibili. Per coloro che hanno bisogno di supporto psicologico, la portata dei servizi di salute mentale è stata ridotta. Le famiglie evitano le consultazioni per paura del Covid. L’attività dei servizi di protezione dell’infanzia e dei programmi attualmente esistenti di sostegno o supervisione da parte delle agenzie di assistenza ai giovani è stata ridotta o interrotta. La mancanza di accesso ai servizi di supporto può essere particolarmente dannosa per i bambini e/o le famiglie vulnerabili che hanno sperimentato un maggiore stress. Pertanto, la chiusura delle scuole ha aggravato le disuguaglianze.
Come spiegare il perché delle regole a un bambino e perché è importantissimo farlo
Seguire delle regole è fondamentale per la salute dei bambini, soprattutto ora che sono riprese le attività didattiche e ricreative. Spiegare come attenersi alle indicazioni fornite dalle autorità sanitarie locali non è dissimile da far seguire ai propri figli le regole basilari della vita quotidiana: l’importanza delle regole nell’educazione dei bambini è spesso sottovaluta, nonostante siano fondamentali per crescere individui sicuri e consapevoli delle proprie capacità.
Seguendo le regole, i bambini iniziano un processo di autoregolazione indispensabile per uno sviluppo psicofisico sano ed armonioso. Avere dei limiti aiuta i bambini ad allenare la negoziazione e la capacità di attendere e rinunciare. I ragazzi grazie alle regole capiscono che non possono avere e fare tutto quello che vogliono, sperimentano la frustrazione, la rabbia, la tristezza, sentimenti che in questo modo si possono imparare a gestire.
Molti genitori hanno difficoltà a trovare un giusto equilibrio tra le loro abitudini di vita e l’educazione dei propri figli. La giovane età, gli impegni di lavoro, la vita frenetica riduce il tempo da dedicare ai bambini e si fatica non poco a dettare regole chiare e adeguate all’età dei propri figli. Per questo molti bambini sono viziati, capricciosi, disubbidienti e soprattutto quelli più piccoli, disorientati, perché appunto privi di regole, privi della capacità di essere in grado di controllare le proprie emozioni e i propri impulsi e di conseguenza regolarsi in autonomia.
Di fronte alle difficoltà di gestione dell’educazioni dei figli, molti genitori preferiscono lasciar correre se il comportamento dei figli non è quello voluto, si sentono in colpa per il poco tempo a loro dedicato e vogliono evitare le frustrazioni delle negazioni. Si instaura così un circolo vizioso e si diventa genitori iperprotettivi. La misura della mancanza di regole è inversamente proporzionale con il numero dei giocattoli che il bambino possiede, un filosofo contemporaneo ha definito ogni giocattolo regalato in più come una conversazione in meno.
Nell’emergenza Covid le regole da osservare per fortuna sono poche e semplici, ma fondamentali:
- lavarsi spesso le mani;
- mantenere il distanziamento;
- indossare la mascherina;
Nell’approccio alla spiegazione delle regole di prevenzione per il Covid, occorre procedere a piccoli passi per evitare frustrazioni e ribellioni da parte del bambino, bisogna cercare una condivisione di intenti e non un consenso forzato. Si deve spiegare chiaramente e possibilmente in modo conciso cosa si pretende: i bambini e i ragazzi, riescono quasi sempre a comprendere ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, soprattutto se si tratta della loro salute e di quella dei propri cari. Basta rispettare noi stessi le regole proposte ai figli (indossare a nostra la mascherina, lavarsi le mani, mantenere il distanziamento) e si diventa dei modelli credibili per loro che ci osservano.
I genitori hanno il dovere di preparare i bambini a vivere nel mondo reale. Saper cosa fare o cosa evitare è una loro necessità, direi un diritto. Se si stabilisce che si debbano attuare le misure preventive per il Covid, oltre a dare l’esempio, si deve spiegare che questo sacrificio è necessario per evitare di ammalarsi, pertanto temporaneamente queste regole devono essere osservate con la convinzione che siano utili e giuste.
Come aiutare un bambino a rispettare le regole?
Per far rispettare le regole occorre riconoscere le emozioni dei figli evitando di sminuirle, sintonizzarsi con il loro stato d’animo, lodare un comportamento appropriato perché i bambini sono sensibili alle lodi dei genitori, soprattutto quando sono meritate e ben dosate. Bisogna essere fermi nel far rispettare una regola pur tenendo sempre presente che il proprio figlio è un bambino. Occorre limitare le eccezioni, comunicare con autorevolezza e coerenza, utilizzando anche il linguaggio non verbale. Non urlare mai nel tentativo di far rispettare una regola.
I bambini non comprendono richieste vaghe e generiche, bisogna, pertanto, spiegare chiaramente e possibilmente in modo conciso cosa fare e come. Importante è dare una valenza positiva e un senso compiuto alle regole proposte che devono, infine, essere adeguate all’età. Occorre essere pratici, per esempio: insieme si indosserà la mascherina e si laveranno le mani, seguendo un tutorial si simulerà in casa il posizionamento dei banchi e delle sedie in modo tale che il bambino sappia poi osservare un adeguato distanziamento anche fuori dalla propria abitazione.
Come aiutare un bambino ad affrontare al meglio questo periodo?
Durante l’estate appena trascorsa si è verificata una corsa frenetica ai contatti sociali, un “liberi tutti” in alcuni casi irresponsabile, da parte di molti adolescenti e giovani adulti probabilmente da interpretare come conseguenza di uno stress prolungato e non elaborato.
Sebbene le attuali conoscenze sugli effetti psicologici del prolungato distanziamento sociale si basino su studi con comparabilità limitata o su risultati appena emergenti, la proposta del C.I.Pe Liguria (Confederazione italiana pediatri) e dell’A.C.P. (Associazione culturale pediatri) di cui sono membro, è la seguente: non si deve praticare “allontanamento sociale”, ma devono essere prese misure che consentano un “distanziamento fisico” mantenendo una “connessione sociale”.
Si può permettere ai propri figli di festeggiare i compleanni (con numero limitato di invitati), studiare con i compagni e passare con loro il tempo libero. Occorre però che essi osservino i noti criteri di igiene delle mani, del distanziamento fisico di circa 2 metri e dell’uso della mascherina per evitare l’esposizione al contagio. Abbiamo approfondito l’argomento con un intero articolo sull’articolo “Animazione per bambini e covid: tutto quello che devi sapere”.
Si chiarirà ai ragazzi che questi provvedimenti sono temporanei e che, auspicabilmente, presto cesseranno. Concludo con il consiglio di mantenere il giusto e indispensabile rapporto dei bambini con i nonni, naturalmente con le dovute precauzioni.
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